sabato 17 settembre 2016

Non rigettare né cacciare il tuo fratello nel Signore



"Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri" (Giovanni 13:35)

La verità è gloriosa. Gesù è questa verità (Giovanni 14:6). E noi siamo Cristiani ai quali ancora manca molto, siamo tutti in fase di crescita per arrivare ad essere resi conformi all'immagine di Cristo (Efesini 4:13). È per questo che "in nome della verità" ci capita di peccare e tradire ciò che questa verità significa.

Questo è qualcosa su cui stavo meditando. In particolare per quanto riguarda la divisione tra le persone che amano Cristo.

E' molto facile respingere, rigettare, cacciare un fratello perché ha alcuni difetti dottrinali e manca di maturità spirituale, anche se veramente crede in Cristo e lo ama. Ma soprattutto è triste perché un fratello nella fede (sia maturo o no) è qualcuno che non è stato rigettato da Cristo, e quindi rifiutarlo o "cacciarlo" non è niente meno che una forma di rifiutare Cristo. E' come dire "guardami Dio, io sono meglio di te quando si tratta di scegliere chi ricevere come fratello e chi no."

Ricordiamoci che Gesù dice: "Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori" (Giovanni 6:37).

NÉ ECUMENISMO NÉ RELATIVISMO

Le affermazioni precedenti possono sembrare a prima vista ecumeniche. Come dire che tutte le confessioni e denominazioni che affermano di essere cristiane o menzionano Gesù siano buone e dobbiamo considerare i suoi membri come nostri fratelli. Tuttavia, sono stato specifico riferendomi a coloro che veramente credono in Cristo e lo amano.

Qui non c'è relativismo. Chi non crede nel Gesù Cristo della Bibbia come suo Signore e Salvatore è il nostro prossimo, ma non il nostro fratello nella fede. E certamente ci sono molte persone (e "chiese", organizzazioni, denominazioni e sette) che affermano di essere cristiani, ma né amano e né credono nel Gesù della Bibbia.

Ad esempio, i Testimoni di Geova negano la sufficienza di Cristo e la salvezza per sola fede. Paolo chiama coloro che procedono in questo modo "anatema" (Galati 1:9). Poi dall'altro lato c'è il movimento del vangelo della prosperità, nel quale anche se diversi leader affermano di credere nella salvezza per la sola fede e di amare Gesù, in realtà amano il denaro e vedono Gesù come un mezzo per ottenere i loro scopi e non come il Figlio di Dio, più prezioso di tutte le cose (Filippesi 3:8, Apocalisse 5:13). Non amano Cristo, lo vedono come insufficiente per la loro vita e anche loro vengono chiamati da Paolo anatemi (1 Corinzi 16:22).

L'ecumenismo, come lo conosciamo oggi, è pretendere o fare finta che le discrepanze nei punti essenziali della nostra fede non siano importanti e che ci debba essere unione nonostante la loro esistenza. Non sostengo assolutamente questo. Ci sono dottrine non negoziabili come ad esempio la Sola Gratia (la salvezza è solo per grazia) e la Sola Scriptura (solo la Bibbia è l'unica fonte di dottrina).

Lo scopo di questo articolo è diverso e non deve essere confuso con il relativismo, ma vuole invitarvi ad essere più simili all'apostolo Paolo. Dovrebbe attirare la nostra attenzione il fatto che l'apostolo Paolo in tutte le sue lettere alle Chiese, eccetto ad una, rendeva grazie a Dio per i fratelli ai quali scriveva. Tra cui:

La chiesa di Corinto che aveva gravi problemi con l'uso dei doni spirituali, che cadeva in ridicoli litigi, e che difettava nell'amore fraterno.


La chiesa di Tessalonica, che anche se erano cristiani, avevano una comprensione della fine del mondo e del ritorno di Cristo lontana dalla verità.


I fratelli di Roma, che avevano bisogno di essere confermati e fortificati (Romani 1:11).

Paolo chiamò tutti loro Cristiani. L'unica lettera ad una Chiesa nella quale non rende grazie, è la lettera ai Galati e questo perché stavano rigettando il Vangelo della grazia di Dio. Stavano abbracciando una giustificazione per opere e disprezzando Cristo.


SI TRATTA DEL VANGELO

Ciò che stò scrivendo non ha nulla a che vedere con l'ecumenismo, ma è affinché si capisca meglio quello che è veramente il Vangelo. Se per essere salvati avessimo bisogno di un'alta maturità spirituale e una teologia perfetta al 100%, allora sicuramente tutti noi saremmo perduti. Sì, è vero che abbiamo bisogno di addentrarci nella Parola di Dio e crescere nella nostra fede, però non per essere salvati, ma perché mediante la fede lo siamo. Dico questo perché molte persone sembrano non credere alla salvezza per sola fede, ma in una "fede + maggiore conoscenza necessaria per la salvezza" o "fede + maturità spirituale". Questo è evidente dal modo in cui trattano gli altri cristiani come se non lo fossero. Ma grazie a Dio, siamo giustificati per la sola fede e nient'altro (Romani 5:1).

GRATITUDINE, UMILTÀ E PAZIENZA

È per questo che desidero tre cose:

1. Che possiamo essere più riconoscenti: Paolo sapeva che c'erano cose che erano sbagliate in quelle chiese alle quali scrisse e per questo le esortava, tuttavia era sempre alla ricerca di qualcosa per cui ringraziare riguardo ad esse.

2. Che possiamo essere più umili: L'apostolo Paolo sperava di andare a Roma non solo per confermare la fede dei cristiani e fortificarli, ma anche per essere consolato da loro (Romani 1:12). Nella chiesa non esiste nessuna persona così priva di qualità e doni che non possa contribuire al nostro progresso spirituale.

3. Che possiamo essere più pazienti: Paolo non perse mai la speranza a riguardo di persone che, anche se erano veramente cristiani, avevano tanto bisogno di imparare e crescere. Il fatto è che Paolo sapeva bene e riconosceva che Dio era stato paziente con lui.

Non rigettiamo, cacciamo e rifiutiamo i nostri fratelli in Cristo. Ricordiamoci che abbiamo lo stesso Padre.

"Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di ABBRACCIARE CON TUTTI I SANTI quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere QUESTO AMORE CHE SORPASSA OGNI CONOSCENZA, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio" (Efesini 3:14-19).

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Scritture per approfondire il tema: Giovanni 13:20; Efesini 4:1-6; Filippesi 1:3-5, 27-28, 2:1-4; Salmi 133:1; Ebrei 10:24-25; 1 Corinzi 1:10; 1 Pietro 3:8; Romani 15:5; Galati 3:28-29.

Josué Barrios (Tradotto ed adattato dallo spagnolo).

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